Ad ottobre le vendite al dettaglio in Italia sono passate dal + 1,4% dell’anno precedente al 2,9%, composte principalmente da prodotti alimentari. Secondo i dati Istat, questo livello è coerente con il livello di febbraio (vigilia della prima crisi sanitaria). Rispetto a settembre, i ricavi sono aumentati dello 0,6%.

Tra i non alimentari, le flessioni più significative sono state nelle categorie calzature, pelletteria e da viaggio (-9,2%) e abbigliamento e pellicce (-3,9%), oltre a cancelleria, libri, giornali e riviste (-7,6%). In particolare, sono aumentate le attività IT, telecomunicazioni e telefonia (26,0%), mentre sono aumentate del 18,6% le attività di elettrodomestici, radio, televisione e registratori.

“L’intera situazione commerciale – come affermano dalle associazioni di categoria – può essere riassunta dai costi già verificatisi prima della pandemia: nella grande distribuzione crescono molto i discount, e anche a scapito degli ipermercati soffrono i canali tradizionali. Acquisti commerciali di rapida quota di mercato È fondamentale che le iniziative volte a promuovere l’innovazione e la digitalizzazione delle piccole imprese in progetti di recupero, compresi i fondi europei, consentano loro di sopravvivere e combattere il processo di desertificazione.”.