Gli italiani hanno Diesel, insieme al boss Renzo Rosso, proprietario del gruppo Otb, che ha acquistato marchi come Prada, Armani, Tod’s, Aeffe, Moncler e Brunello Cucinelli, oltre a Marni, oltre a crescere internamente negli ultimi dieci anni. , Maison Margiela, Viktor & Rolf e più recentemente Jil Sander.
La convivenza con il Covid degli ultimi due anni ha sicuramente messo sotto pressione la liquidità di molti brand. I marchi hanno sentito più fortemente le conseguenze della crisi se avessero avuto l’opportunità di usare il loro potere, compresa la forza finanziaria, la ‘fermentazione’ nelle attività di M&A, sia pure in parte, attorno a questi marchi. Spesso questi marchi ‘stand-alone’ erano stranieri acquistato da gruppi e ad oggi con pochissime eccezioni Italia,
“La struttura del gruppo può, in molti modi, vantare un chiaro vantaggio competitivo”, sottolineano Bianchi e Prini, ad esempio, quando si contraggono punti vendita anche nei centri commerciali, o in termini di solidità finanziaria e investimenti in e-development. commerce, omnichannel e strategie di data e intelligenza artificiale che sono ormai indispensabili per una gestione ottimale dei dati a cui ogni brand ha accesso quotidianamente. Anche questo fenomeno spiega dunque l’interesse dei gruppi esteri per le eccellenze italiane, i cui ricavi sono inferiori al miliardo di euro, che non hanno ancora raggiunto numeri comparabili. Poi c’è la Cina, che ha creato i propri marchi come Krizia, Mila Schön, Sergio Tacchini, Ferrè e Sergio Rossi. recentemente passato nelle mani di Fosun.
Secondo Branchini, ci sono tre fattori principali che avvantaggiano i gruppi. Brachini ha notato che i proprietari dei grandi gruppi sono investitori e gestiscono partecipazioni, gli indipendenti possiedono un marchio che porta il loro nome. “Ricordate, i conglomerati” non sono solo istituzioni finanziarie, anzi, negli anni hanno ampliato le proprie funzioni operative centralizzate a supporto dei brand. Insomma, se questo è rappresentativo del conflitto tra imprese italiane indipendenti e non indipendenti, l’arrivo inaspettato della pandemia negli ultimi due decenni incoraggerà alcuni imprenditori e imprese familiari a riconsiderare prima gli approcci tradizionali e a rinnovare la cultura. All’inizio. lavoro.