I subappaltatori italiani producono marchi di lusso, protagonisti di una grande evoluzione nel corso degli anni. Numerose piccole aziende manifatturiere italiane in rappresentanza di terzi hanno fatto il salto organizzandosi in gruppi o inserendo nuovi centri B2B, consentendo la gestione collaborativa delle risorse produttive. Il 2020 e il 2021 hanno visto un’ulteriore ristrutturazione dei subappaltatori, con un aumento delle acquisizioni. Negli ultimi due anni i fashion maker italiani hanno realizzato 15 fusioni e acquisizioni nel settore del lusso internazionale, di cui nove solo nell’ultimo anno.

Le stime per i singoli affari non sono state rilasciate, ma vale la pena notare che la domanda dei produttori ha aumentato i parametri di acquisto negli ultimi anni, secondo fonti del settore. E questa tendenza non deve fermarsi, poiché le nuove acquisizioni e l’ingresso di possibili player internazionali sono imminenti, spinti dal mercato del lusso in forte crescita, anche in termini di scala, d’altronde, poiché i subappaltatori hanno bisogno di organizzarsi in poli, consentendo una gestione collaborativa delle risorse produttive e degli accordi commerciali. Insomma, se davvero è impossibile dar vita a numerosi centri del lusso in Italia, ora sembra il momento di dedicare un polo manifatturiero al lusso.

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